Appino - La festa della Liberazione testo (lyrics)
[Appino - La festa della Liberazione testo lyrics]
Da questa voglia di serenità
E da quelli ubriachi di belle parole
Da quegli sbronzi d'autorità
Come mio nonno minatore di verbi
E congiuntivi di nessuna utilità
Di rispetto per se stessi e per gli altri
Praticamente l'infelicità
E questi bambini pimpanti e codardi
Che hanno già perso la verginità
L'imene rotto della meraviglia
Nessuna scintilla, una sega a metà
La festa della liberazione
Ce ne son molti di cui mi libererei
A cominciare da quelli di famiglia
Dai tarli che mi han regalato i miei
Dalla voglia di cascare sempre in piedi
Dalla tua scuola, dall'università
Che ti ha insegnato soltanto
Ad imparare per imparare e adesso che si fa?
E mia sorella, rizza cazzi per scelta
Un piercing sull'ombelico e sei una celebrità
In questo paesino di grandi repressi
Pochi squallidi amplessi, la mediocrità
La festa della liberazione
Da tutti gli atei, compreso il sottoscritto
Io prego molto, ma molto di più
Di chi si inginocchia e prega il soffitto
E passo ore, giorni, mesi a pensare
Le stelle non guardarle mai
Ho paura di vederlo spuntare
Sorride e dice: Appino, che cazzo fai?
E la marcia nuziale di tutti
E un aereo che passa e lascia una scia
Che divide il cielo da quelli buoni
E da quelli che han bisogno della polizia
La festa della liberazione
Da questo talento di perdonarmi tutto
E perdono gli altri solo s'è comodo a me
Dio, quante balle che mi son detto
E che ho detto a tutti quanti voi
Invitati a casa mia e poi lasciati fuori
E mia sorella piange di nascosto
La sua ragazza le ha detto: "Muori!"
E tutti i maschi del paese sono in tiro
Nell'attesa si picchiano per toccarsi un po'
Quant'è brutta tutta questa campagna
La gente si lagna e nemmeno un falò
Mentre al centro han rubato il senso
Centrare un bersaglio è quello che vorrei
Come mio padre, 34 anni fa
Una vita ad allontanarlo e diventare come lui