Francesco Guccini - Piccola Storia Ignobile testo (lyrics)
[Francesco Guccini - Piccola Storia Ignobile testo lyrics]
Mi tocca raccontare
Così solita e banale come tante
Che non merita nemmeno due
Colonne su un giornale
O una musica o parole un po' rimate
Che non merita nemmeno
L'attenzione della gente
Quante cose più importanti hanno da fare
Se tu te la sei voluta
A loro non importa niente
Te l'avevan detto che finivi male
Ma se tuo padre sapesse qual
È stata la tua colpa
Rimarrebbe sopraffatto dal dolore
Uno che poteva dire "guardo
Tutti a testa alta"
Immaginasse appena il disonore
Lui che quando tu sei nata
Mise via quella bottiglia
Per aprirla il giorno del tuo matrimonio
Ti sognava laureata, era fiero di sua figlia
Se solo immaginasse la vergogna
Se solo immaginasse la vergogna
Se solo immaginasse la vergogna
E pensare a quel che ha
Fatto per la tua educazione
Buone scuole e poca e giusta compagnia
Allevata nei valori di famiglia e religione
Di ubbidienza, castità e di cortesia
Dimmi allora quel che hai fatto chi
Te l'ha mai messo in testa
O dimmi dove e quando l'hai imparato
Che non hai mai visto in casa
Una cosa men che onesta
E di certe cose non si è mai parlato
E di certe cose non si è mai parlato
E di certe cose non si è mai parlato
E tua madre
Che da madre qualche cosa l'ha intuita
E sa leggere da madre ogni tuo sguardo
Devi chiederle perdono
Dire che ti sei pentita che hai capito
Che disprezzi quel tuo sbaglio
Però come farai a dirle che
Nessuno ti ha costretta
O dirle che provavi anche piacere
Questo non potrà capirlo, perché lei
Da donna onesta
L'ha fatto quasi sempre per dovere
L'ha fatto quasi sempre per dovere
L'ha fatto quasi sempre per dovere
E di lui non dire male
Sei anche stata fortunata
In questi casi, sai, lo fanno in molti
Sì, lo so, quando lo hai detto, come si usa
Ti ha lasciata
Ma ti ha trovato l'indirizzo e i soldi
Poi ha ragione
Non potevi dimostrare che era suo
E poi non sei neanche minorenne
Ed allora questo sbaglio è
Stato proprio tutto tuo
Noi non siamo perseguibili per legge
Noi non siamo perseguibili per legge
Noi non siamo perseguibili per legge
E così ti sei trovata come
A un tavolo di marmo
Desiderando quasi di morire
Presa come un animale macellato
Stavi urlando
Ma quasi l'urlo non sapeva uscire
E così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi
Davvero sola fra le mani altrui
Che pensavi nel sentire nella
Carne tua quei morsi
Di tuo padre, di tua madre e anche di lui
Di tuo padre, di tua madre e anche di lui
Di tuo padre, di tua madre e anche di lui?
Ma che piccola storia ignobile
Sei venuta a raccontarmi
Non vedo proprio cosa posso fare
Dirti qualche frase usata per
Provare a consolarti
O dirti: "È fatta ormai, non ci pensare"
È una cosa che non serve
A una canzone di successo
Non vale due colonne su un giornale
Se tu te la sei voluta
Cosa vuoi mai farci adesso
E i politici han ben altro a cui pensare
E i politici han ben altro a cui pensare
E i politici han ben altro a cui pensare