Murubutu, Mastrosuono - Memorie di un povero naso testo (lyrics)
[Murubutu, Mastrosuono - Memorie di un povero naso testo lyrics]
Brividi e tra i vicoli tipici
Tra i crini sottili
I rivoli stretti e i cunicoli
Tra i legni dei letti, i camini e i merletti
Sotto le tegole di tutti i tetti
I fili elettrici e i comignoli
Tu mi sfuggivi tra i filari di viti
Tra i pini e gli ulivi
Tra i fiori dei fichi e dei primi iris
Fuggivi qui nella Parigi dei miti
E degli odori più fini
Dove confondi Champs-Élysées e Campi Elisi
Forse eri in cerca di nuovi lidi
D'idi di nuovi nidi
Di climi più affini ai tuoi profili infiniti
Tu, profumo raro
Vecchio bene tra i nuovi mali
In grado, è vero
Di dare nuova vita alle mie vecchie nari
Povero me, io pensavo tra me e me
Respiro fra te e me, morivo per niente
Dimmi, dimmi chi non soffre tra sé e sé
E chi non crede alle storie e non piange
Lo chiedano a me, me, a me, me
A chi? A chi? A me, me
Strani casi che scrissi in varie
Frasi a te eclissi
Dei miei mali dagli abissi dei miei vasi
Queste vecchie nari, come vecchie madri
(sì, sì)
Da sempre in viaggio come vecchie navi
(dai, dai)
Fendendo l’aria qui con becchi ed ali
Mi hanno dato più il mondo loro che occhi
Orecchie e mani
Ed orchi, vecchi e maghi o pratiche magiche
Io chiesi di te alle piante più classiche
Ma non ne ottenni che gli
Sbadigli di gigli e tigli
E il parere unanime delle lacrime del salice
Tra le nuvole cariche tu guardavi all’Italia
Sotto il velo dell’alba intrecciavi
Cielo e paglia
Poi in un momento arrossivi nel vento
Evidenziando ad un tempo le
Traiettorie degli insetti nell’aria
Ahi ahia man, ricomparve un istante
Scivolavi tra le tante carte e i marmi d’arte
Apparivi tra Rue Montpellier, Montparnasse
Poi sparivi tra le dalie
Sui balconi di Montmartre
Dicevi: non ho partner, non ho parte
Qualcuno ne ebbe nausea, sì, ma no
Non Sartre tu sei l’odore, amore
Dolore di 'sto mendicante
Tu mi perdonerai se a volte perdo sangue
Povero me, io pensavo tra me e me
Respiro fra te e me, morivo per niente
Dimmi dimmi chi non soffre tra sé e sé
E chi non crede alle storie e non piange
Lo chiedano a me, me, a me, me
A chi? A chi? A me, me
Strani casi che scrissi in varie
Frasi a te eclissi
Dei miei mali dagli abissi dei miei vasi
Ora mi sveglio tra i vicoli
Tra spasmi e miasmi mortiferi
Il tanfo divora il corpo
Dei miei sogni effimeri
So che il mio aspetto delude
Ho bisogno di cure nessuno parla con me
Nemmeno il guardiano del Louvre che chiude
Morivo lasciando un foglio segnato in nota
Parlava di una foglia d’avorio
Screziata in ocra
E tu svanivi nel tempo e io
Morivo contento del mio senso intenso
E chi non crede più al vento (sì, sì, sì, sì)
Lo chiedano a me, me lo chiedano a me, me
Lo chiedano a me, me
Chi non crede alle storie non piange
Lo chiedano a me