Franco Battiato - Ouverture testo (lyrics)

[Franco Battiato - Ouverture testo lyrics]

Nell’antica città di Uruk, in
Epoche perdute della memoria
Regnò Gilgamesh: colui che tutto
Intravide l’eroe a
Cui i misteri furono manifesti estraete la
Tavoletta di lapislazzuli e leggetela
La storia di quest’uomo che patì sofferenze
Di ogni genere cercò la vita
Eterna, raggiunse Utnapishtim ‘il Lontano’
E la completa saggezza per due terzi divino e
Per un terzo mortale, come
Sole possente, invincibile, regnava
In Uruk, città dalle mura ben salde
E soverchiava tiranno i
Suoi sudditi contrariando gli Dei e gli Dei
Convennero di dargli un avversario
Pari in forza e bellezza:
In terra precipitarono una
Stilla di firmamento…ed ecco sorgere Enkidu
Figlio del silenzio, saetta di Ninurta
Delle umane cose ignaro



Enkudu, reso umano dall’abbraccio di donna
(una sacerdotessa del tempio di Ishtar)
Verso Uruk si avvia a sfidare Gilgamesh che
Ne divina nel sogno le mosse e gli
Intenti l’incontro è scontro
D’astri tremendo
E tremano le mura e sussultano i telai
Delle porte allo schianto dei corpi
Avvinghiati alla lotta soggiace
Infine Enkidu, e
Gilgamesh vittorioso l’abbraccio gli tende
Suggello d’eterna amicizia terribile
Prova ora attende i due amici:
Nella remota foresta labirinto
Trapunto di cedri, ove il viaggio si
Fa passo di danza, sta
Khumbaba potenza del male, terrore di umani

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