Uochi Toki - Sherpa 2023 testo (lyrics)

[Uochi Toki - Sherpa 2023 testo lyrics]

Non ho più avuto la voglia, il
Coraggio, la decenza, la rabbia
L'autorità e tutte quelle parole
Intercambiabili che si mettono davanti al il
Guardarti in faccia ed ho capito che non
Riesco a tenere lo sguardo fisso nel tuo
Sguardo e alterno occhiate con naturalezza
Ritmica guardandomi intorno in modo sensato
Facendo finta che queste deviazioni
Siano dei miei
Vezzi o addirittura dei tic facendo finta
Perché, insomma
Potresti forse non riuscire a
Sostenere il mio sguardo ma non certo per il
Contrario l'ho pensato, cеrto
Ho pensato di esserе io quello che non riesce
Ma in realtà è solo che non voglio
Essere io lo spartiacque delle
Disparità mi fanno
Schifo tutti quei detti spiccioli che sento
In giro, sul sopraffare l'altra persona


Che sono formulati male
Ma male in un modo inqualificabile
Tipo che quando segui questi
Detti e riesci a dominare gli altri poi che
Fai? Ti tocca tenere quella forza
Tutta la restante vita tua
Facendo la persona che
Diventi, facendo quello che domina gli altri
Perché lo hanno detto i detti
Perché si dice
Perché il richiamo della vita
Ti dice qualcosa
Di simile a "segui quel richiamo
Della vita" oppure non ti guardo troppo
Fisso perché potresti pensare che
Qualcuno che ti guarda un po' più di
Tanto sta cercando in te qualcosa
Sta pensando che non è tutto lì
Mentre tu sai, grazie ai detti
Al già ritratto richiamo
Della vita che: cosa vuoi
Vedere? È tutto qui, non c'è
Altro di diverso rispetto a quel che c'è boh
Sarà così? Ma allora come
Mai alla fine ti sposti verso i
Monti e ci abiti? Hai
Fatto le valigie con l'intento di
Spostarti, di abbandonare città invivibili
Assieme a miliardi di altri che dei detti
E degli effetti radioattivi di
Quel dire non riuscivano
Più a stare con e allora migrazione
Decentramento e tutto quello che i detti
Non insegnano e nemmeno io
Insegno ma pratico in pochi mesi villaggi
Di montagna che diventan formicari
Il richiamo
Della vita, vieni a stare a bordo
Precipizio, vuole dire la sua
La dice e non smette mai
Di dirla quando mi chiede di
Insegnargli come faccio io
Gli rispondo "armonia" il richiamo
Dice "tutti insieme", io
Ribatto "a che distanza?", il
Richiamo dice "partecipazione, io dico
"coi miei tempi, grazie", il
Richiamo dice "no
È necessario subito" e allora questa
Volta sostieni questo sguardo mio
Più a lungo che puoi e scopro che non era
Per non alimentare il sopraffarsi
Ma la mia piccola paura di scoprire
Che il richiamo della vita non
Capisce niente e non è nemmeno
Vita e non è nemmeno
Scontro, è solo un personaggio non giocante
Un arredamento umano pieno di
Umanità che viene
Traslocato da un paio di gambe eh
Sì, sono io che devo andarmene
Ma scopro di non esserne
Intristito perché sono io
Quello che immancabilmente si
È sempre spostato

Mentre scendo dai monti so
Benissimo che li rivedrò
Sono un misto di Tuco
Ramirez, Lucia Mondella
Cosimo Piovasco di Rondò e
Quella persona che hai
Visto una volta sola in vita tua
E nemmeno te la ricordi
Voglio proprio vedere come
Il richiamo della vita abbandona la sua
Nicchia biologica preferita
Quella che si è scavato
Per migliaia di anni, che ha decantato
Difeso e sostenuto con dolcezza
E tracotanza fino a che non ha visto che
La zona di comfort stava uccidendo lui
E disastrando essi la città e
Mi avvicino a piedi col mio carretto
E la mia gerla e più
Le costruzioni umane si infittiscono più si
Fa schiacciante e anfitrione il
Richiamo della morte la putrefazione
Dello spazio vuoto, il richiamo della vita
Con le sue frasi incalcolabili, i
Suoi detti di origine mondiale
Le sue consuetudini incrollabili il richiamo
Della vita è scappato
In tutta fretta e si è lasciato dietro
Tutto ciò che non rientra
Non impara mai dovrei
Smettere di chiamarlo "il richiamo
Della vita" perché
Così non è, ma d'altronde io sono qui
Avevo sempre pensato che sarei morto
Sui monti abbracciato a un'armonia che va
Di pari passo col distacco, che va di
Pari passo con la volontà
Che va di pari passo con tutto quanto e alla
Fine basta che l'umano smetta di rallentare
Il flusso coi suoi "eh no, ma così no!"
Ma torniamo a noi siamo rimasti io
Una città vuota di persone e una
Stratificazione di sensazioni che posso
Permettermi di non definire, o
Definire come voglio, o definire
Quando voglio mentre raccolgo e
Catalogo la spazzatura
Gli oggetti ancora funzionanti e quelli che
Magari non funzionano ma sono delle buone
Fusioni di metalli risuonanti se percossi
Che possono servire per via
Della loro energia statica
E giorno dopo giorno raccolgo e
Riordino come quei silenziosi umani
Che piantano alberi di nascosto e non è vita
Che recuperano un bosco l'abitudine
A portare pesi a
Spalle su per le montagne torna molto utile
Quando l'obiettivo è trasformare i
Palazzi in dei silos
Di stoccaggio divisi per
Materiale: un quartiere
Solo di bottiglie di plastica
Uno di bottiglie
In vetro, uno di cocci non identificabili
Uno di polistirolo meglio non
Riunire l'olio minerale
Tutto nello stesso luogo perché potrebbe
Tracimare nelle falde acquifere e non si può
Smaltire le batterie al litio esaurite: tutte
Nelle piscine qui ci vorrebbero dei chimici
Che mi aiutino, ma sono solo, quindi leggo
I manuali per capire come rendere
Neutrali i solventi vari
Sperando che questi cittadini
Improvvisatisi montanari riescano a
Non contaminare torrenti
Fiumi e canali a monte, mandando a monte il
Mio andarmene ma cosa mi aspetto? La speranza
Offusca l'osservazione e qui si cambia idea
Così velocemente da non percepire se sono
Io, se sto pensando o altro
E la pratica mi ricongiunge con l'astratto

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