XVI Religion - Cradle's Five Moments testo (lyrics)

[XVI Religion - Cradle's Five Moments testo lyrics]

E quando ce ne andremo lasceremo un testo
Il resto sarà scritto
Dentro agli occhi come una conferma
Un faro sulla terraferma
Maledetta sia quest'isola che
Stritola i pensieri
Quando speri in braccia forti
A proteggere i cieli
Siamo frammenti in queste vite
Di schegge impazzite
Nascondiamo sotto questa pelle
Le stesse ferite e a te cos'è che ti divora?
Cos'è che in te dimora
Io non so spiegarlo ancora
Questa è la mia storia
So solo che ho vissuto mille
Vite e questo rimo
Ed essere felice di continuo
Fin dal giorno primo
In faccia ho un Sole che
Mi acceca senza tregua


Un vento che mi graffia il viso
Nella mente un posto in paradiso
E queste notti sono lunghe, lunghe, impari
Ad amarle in uno scontro alla pari
Ho un biglietto per l'interno
Con due auricolari
D'impossibili paesaggi e pensieri immortali
E quando senti la mia voce
Sembra un grido d'aiuto
Puoi sentirlo dalle casse in
Ogni nostro minuto
Forse il tempo le cancella molte
Cose ma non tutto
Perché è così per tutti, è così dappertutto
E quando ce ne andremo lasceremo un testo
Il resto sarà scritto
Dentro come una conferma
Un faro sulla terraferma
Io di sicuro sanguinante c'avrò
Il cuore in mano
Ti dirò: "Tieni, te lo regalo"

È troppo facile per noi al margine
Che siamo solo poche sagome
Venute mosse nell'immagine
Vedersi e poi capirsi aprirsi e poi stupirsi
Io che ho dato tutto dappertutto
Rimasto solo dentro il tritatutto
Ne esco distrutto ma passa tutto, no? No
Sono solo lame nella carne
Le lame di un tritacarne cosa vuoi che sia
Il sangue cola dalla pelle mia
E sale verso l'alto sulla paratia
Calmo in caffetteria
Immerso nel verde dello schermo che
Trasmette il cielo in avaria
Avvolto dalla quotidianità che cambia piani
Ed è una forza forte
Curva legami come origami, attento
Che se non vivi una persona muta
In polvere nel tunnel del tempo
E tutto diventa niente, tutto buio
Io ho il deserto nella mente mentre studio
E tutta questa gente non mi dice niente
Non sento la corrente
Oltre gli occhi hanno le luci spente
E guardo il sole grande salire su
Poi scrivo qualche cosa e non ci penso più
Dimenticato più di prima
Sdraiato sopra la collina
Stappo una birra in lattina

Aveva 12 anni nell'86
Quando il padre tornò a casa
Con un cucciolo sul palmo
Aveva pianto tanto
Sentendo in lontananza due colleghi
Che scherzavano sopra suo figlio strambo
Ma gli umani sono umani
No? Parlano a sproposito
Sputano su quello che non toccano
Il bambino chiese: "È mio?" Cortese
Il padre disse: "Sì"
Lo prese e glielo distese sulle gambe tese
Da quel giorno inseparabili
Non ci fu più un solo
Pomeriggio che restasse a casa
Erano insieme quando il sole
Sbiadiva gli abiti
Erano insieme quando l'acqua sbatteva
Sopra l'erba rasa stesi nella sua stanza
Mentre in radio si parlava
Dell'effetto dell'esplosione a distanza
Entrambi sopra il letto piccini
Mentre contavano le stelle sopra
Il tetto dei vicini "Conto uno, conto due
Conto tre ed ora tocca a te"
E il cane lo guardava fisso
"Conto uno, conto due
Conto tre ed ora tocca a te"
E il cane disse: "Ti capisco"

Sono i ricordi di un'estate come tante
Aggiungici un amico per essere
In due a sognare metti che 'sto amico è un
Amico che ha quattro zappe
E quando gli chiedi qualcosa pure sa parlare
Seduti vicino al fiume persi
In lunghe chiacchierate
A guardare il galleggiante mente
Danza nelle acque turbinate
Mentre le stagioni si sopiscono
Gli anni passano
I bisogni si infittiscono e cambiano
Il richiamo della Luna si fece sentire
Fra le crepe nelle mura del fienile
E il cane non poté dormire
Il profumo della vita è un passeggero
Del vento in viaggio dalle colline
Entrò in camera del bimbo
Ormai ragazzo in fioritura
E gli lasciò uno stampo della
Dentatura sopra la cintura
Perché spiegare quell'addio parte
Della sua natura
Gli faceva un sacco di paura

A forza di scrollarsi di dosso
Le foglie gli alberi crescono
Si prendono tutto il cielo che riescono
Un uomo distinto seduto al parco fuma lento
Fissa il prato mentre s'accarezza il mento
E chissà a cosa pensa
Con i piedi cancellati dall'alzarsi
Di una nebbia densa chissà a cosa pensa
Mentre ruota un piccolo sorriso
Nella faccia immensa
Fra i colori dell'autunno la notte incombe
Il cielo perforato dalle
Prime stelle all'orizzonte
Notte ispiratrice
Con un tono sereno e felice
L'uomo si curva verso le stelle e dice:
"Conto uno, conto due
Conto tre ed ora tocca a te"
E il buio lo guardava fisso
"Conto uno, conto due
Conto tre ed ora tocca a te"

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